La crisi strutturale e permanente del sistema-mondo
Gli storici non hanno timore ad affermare che il ventesimo secolo è iniziato nel 1914. Un domani certamente diranno che l’inizio del ventunesimo secolo va fissato nel 2020, con la comparsa della SARS-CoV-2. Il ventaglio degli scenari futuri rimane, ovviamente, molto ampio; ma la concatenazione degli eventi innescati dalla diffusione del coronavirus ci offre, come in una proiezione accelerata, un presentimento delle catastrofi che certo si intensificheranno in un mondo sconvolto, segnato dagli effetti del riscaldamento globale, ormai verso i 3 o 4 gradi di aumento medio. Ciò che si staglia davanti ai nostri occhi è l’intreccio sempre più stretto tra molteplici fattori di crisi: basta ad innescarlo un evento casuale, imprevisto benché ampiamente preannunciato. Tracollo e disgregazione della biosfera, impatti sfrenati sul clima, sempre più rapida decomposizione sociale, discredito dei governi e dei sistemi politici, espansione smisurata del debito e fragilità finanziarie, incapacità di mantenere un livello di crescita adeguato, è così via: queste dinamiche si rafforzano reciprocamente e creano un'estrema vulnerabilità. Il sistema-mondo è in una situazione di crisi strutturale permanente. Ogni sembianza di stabilità non è che la maschera di una crescente instabilità.